Molto spesso capita di ricevere buste colorate contenenti messaggi pubblicitari, ma questa volta è l’Inps ad aver scelto l’arancione per il suo messaggio rivolto ai lavoratori. L’involucro contiene l’Ape: non si tratta del noto insetto, ma della proposta di Anticipo pensionistico. All’inizio del 2017 sono stati all’incirca 300mila i potenziali beneficiari, raggiunti da una importante campagna propagandistica dell’istituto di previdenza sociale. Ad essere inclusi nel maxi database Inps sono stati i lavoratori che, in vista del 31 dicembre del 2017 avranno già compiuto il 63° anno d’età e hanno maturato contributi pari a 20 anni. La “famosa” busta arancione riporta una proiezione sulla futura pensione e un box relativo proprio all’Ape, senza però soffermarsi sul calcolo stesso del mensile di cui dovrebbe beneficiare il lavoratore. L’Ape social però non prevede assegni statali che superino i 1500 euro lordi al mese fino al raggiungimento della soglia d’età minima per la pensione di vecchiaia. Possono fare domanda o essere inclusi nel programma le seguenti categorie di lavoratori:
– Chi è senza occupazione per via di un licenziamento e non riceve sussidi sociali da almeno 90 giorni, ma ha 30 anni di contributi alle spalle;
– I lavoratori, dipendenti o autonomi, con un minimo di 30 anni di contributi ed un’invalidità dimostrabile maggiore o uguale al 74%;
– Tutti gli italiani che, avendo accumulato 30 anni di anzianità contributiva, assistono a proprio carico un disabile che conviva con loro, sia che si tratti di un coniuge che di un parente di primo grado;
– Tutti i lavoratori che, dopo aver lavorato per 36 anni e accumulato i medesimi contributi, sono ascrivibili alla categoria di chi svolge attività usuranti o gravose;
– L’opzione Ape precoci quota 41 è invece destinato a tutti coloro che, a prescindere dall’attuale età anagrafica, hanno ottenuto 41 anni di contributi cominciando a lavorare almeno dai 18 anni, purché la loro anzianità contributiva sia risalente ad un periodo antecedente al 31 dicembre 1995.
Coloro che hanno ricevuto la busta arancione contenente le informazioni sull’Ape possono inoltrare domanda fino al prossimo 15 luglio all’INPS, che dovrà poi verificare in prima istanza il possedimento dei requisiti. Le graduatorie saranno poi pubblicate in data 15 ottobre, data in cui i richiedenti avranno comunicazione di eventuale pensionamento anticipato. Il grande punto interrogativo è però riguardante i fondi a disposizione: l’INPS ha infatti stanziato 300 milioni di euro, ed è possibile che la cifra non sia sufficiente a soddisfare tutte le richieste che hanno ottenuto l’idoneità. Per questo motivo, sarà possibile inviare la domanda per l’Ape anche entro il 30 novembre, ma le richieste saranno soggette a valutazione solo in caso di fondi residui. In vista del 2018, le procedure rimarranno uguali, ma la scadenza sarà anticipata al 31 marzo. L’ultima postilla riguarda infine la retroattività del beneficio, che partirà dal 1 maggio 2017 a prescindere dalla data d’erogazione della domanda. In caso di risorse non adeguate alle domande, saranno prioritizzati coloro che sono più vicini all’ottenimento della pensione di vecchiaia.