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venerdì , 4 Ottobre 2024
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rimborso chilometrico

Calcolo rimborso chilometrico

Nel caso di un lavoro che richieda parecchi spostamenti in automobile, spesso il dipendente si ritrova davanti a dover sborsare parecchio denaro di tasca sua.
I costi per i vari spostamenti su un veicolo sono tanti, ed è per questo motivo che esiste il rimborso chilometrico.

Cos’è il rimborso chilometrico?

Il rimborso chilometrico è una quantità di denaro che viene concesso (o, per meglio dire, rimborsato) al dipendente di un’azienda o ad un professionista per pagare tutte le spese che riguardano lo spostamento, con la propria auto, dello stesso causa lavoro.
Questo rimborso copre i costi di carburante, pneumatici e riparazioni varie, oltre ad altre tasse come l’assicurazione RCA e la tassa automobilista.
Nel rimborso chilometrico sono però escluse tassazioni come i pedaggi autostradali e le tariffe da pagare per i parcheggi, ma questi coprono solo una minima parte rispetto alle spese che vengono invece rimborsate.
Fattore positivo di tale rimborso è non è soggetto a tassazione a capo del dipendente, poiché non viene classificato come remunerazione ma come rimborso vero e proprio di somme devolute dal dipendente a favore dell’azienda per la quale lavora.

Calcolo rimborso chilometrico dipendenti con auto propria

Il calcolo del rimborso chilometrico, per essere quantificato, ha bisogno di lavorare su diverse variabili che tengono in conto fattori differenti.
Innanzitutto, il primo punto da tenere presente è il veicolo utilizzato per gli spostamenti lavorativi.
Si terrà conto quindi del modello del veicolo, della marca, del tipo di alimentazione (benzina o diesel) e della fascia temporale in cui bisogna prendere in considerazione questi dati: che sia una settimana, un mese, un anno o quant’altro.
Da lì, viene stimato un percorso predefinito che il veicolo percorre per recarsi a lavoro e, oltre ai costi stimati in carburante, vengono aggiunti alla somma da rimborsare anche fattori come l’usura dei pneumatici.
Non vengono inclusi, come citato sopra, costi esterni alla percorrenza diretta del tragitto, come ad esempio i vari pedaggi.
Per quanto riguarda la tassazione, nel paragrafo precedente è stato detto che è esente dal rimborso chilometrico.
Quest’affermazione è corretta solo in parte, poiché l’esenzione fiscale o meno da tale indennizzo dipende dal tipo di trasferta effettuato: se la trasferta avviene fuori dal Comune in cui si trova la sede lavorativa, l’esenzione è totale, mentre nel caso la trasferta sia effettuata all’interno del Comune sono presenti delle tassazioni a carico del dipendente.

Esempio calcolo rimborso chilometrico

Prendiamo in esempio l’utilizzo di una Fiat Punto 2012 1.2 8V da 69cv.
Il costo proporzionale, secondo le tabelle ACI, è pari a 0,3883 euro, mentre il costo non proporzionale annuo è pari a 1747,31 euro.
Ipotizziamo un utilizzo pari a 15000 chilometri e un totale di 200 giorni impiegati nelle trasferte di lavoro.
Il costo non proporzionale da rimborsare sarà pari al costo non proporzionale annuo moltiplicato per i giorni lavorativi diviso i 365 giorni di un anno: in questo caso si avrà 1747,31*200/360=970,73 euro.
Il costo proporzionale da rimborsare sarà invece pari al costo proporzionale moltiplicato per i chilometri percorsi nelle trasferte lavorativi: in questo caso si avrà 0,3883*15000=5824,50 euro.
Sommando i due costi da rimborsare, il rimborso totale sarà uguale a 6795,23 euro.

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